Mi trovo parecchio in
difficoltà a scrivere questa recensione, da una parte perché mi è stato
caldamente consigliato da un’amica che ne ha tessuto grandi lodi e in parte
perché sono parecchio confusa. Insomma di getto non saprei dire se prevalga la
sensazione di stupore per l’audacità dell’opera (scritta a metà degli anni ’60..
Ma non temete, è tremendamente moderna e attuale!) e per tutti gli sviluppi che
ci sono nel corso della storia o di mero fastidio e insoddisfazione per il
personaggio narratore, Charlie, che non è riuscito a farmi affezionare a lui e
mi ha anzi lasciato parecchio indifferente. Se Charlie fosse stato un
personaggio più facile da amare, più nelle mie corde.. il libro sarebbe stato
perfetto e senza dubbio mi avrebbe spezzato il cuore!
Ma procediamo con ordine.
La storia è raccontata
sotto forma di diario di Charlie, un ritardato mentale che decide di sottoporsi
all’operazione perché da sempre ha un forte desiderio di essere come gli altri,
di poter parlare di tutto e “avere tanti amici”.
I dottori che si occupano
del progetto gli chiedono di scrivere un rapporto quotidiano con i suoi pensieri,
le sue sensazioni e tutto ciò che gli accade.. I rapporti iniziano prima dell’operazione
e sono scritti in modo elementare, con frasi sconnesse, piene di errori e
pensieri abbastanza base.
Forse è la parte che mi è
piaciuta di più, la più commovente.. Charlie ha 32 anni e un’intelligenza di un
bambino, dalle sue parole entusiaste molto spesso ho fatto caso a cose che
magari davo per scontato.. Tenerissimo (anche se parecchio doloroso), è leggere
i suoi pensieri sui colleghi di lavoro che egli considera amici: sono in realtà
persone abbastanza meschine che non perdono occasione di burlare il povero
Charlie, il “deficiente” che ride sempre.. Mi ha fatto un po’ male essere uno
spettatore silenzioso di questa cattiveria, devo ammetterlo.. E ogni tanto ero
felice che Charlie non potesse capire che la gente non rideva CON lui ma DI
lui.. Insomma, occhio non vede, cuore non duole.
Dopo l’operazione Charlie
pian piano inizia ad essere sempre più intelligente e cambia dunque la natura
dei suoi rapporti quotidiani (che diventano articolati, ben scritti e
variegati) così come la percezione della realtà; si rende dolorosamente conto
di quanto in realtà sia stato trattato male in precedenza, di quanto venga
considerato una mera cavia dai dottori che si occupano dell’esperimento e non
di un essere umano e soprattutto di come l’intelligenza non porti
automaticamente ad avere amici ma anzi, viene allontanato da tutti perché mette
a disagio.
Con la nuova intelligenza
torna anche la memoria della sua infanzia.. Dolorosa come un pugno ben
assestato, non c’è che dire. Tutti i vari ricordi che Charlie racimola mi hanno
messo una tristezza e un’angoscia d’animo.. La madre di Charlie, che persona
orrenda!
Da una parte, durante la
lettura, ho quasi sperato che Charlie non si fosse sottoposto all’operazione e
che fosse vissuto nella beata ignoranza della stupidità senza dover affrontare
contemporaneamente i dolori e le sfide del presente e quelle del passato che
prepotenti si ripresentano..
Qui mi sono un po’
disaffezionata a Charlie, un po’ per i suoi modi di fare e un po’ per l’intera
vicenda che mi è sembrata parecchio sopra le righe, senza un senso logico.. Non
è riuscita a coinvolgermi, ero parecchio lontana :(
Oltrettutto non vedevo
una via d’uscita dalla situazione che si era creata durante tutta la storia,
quindi.. Niente, il finale non mi ha né sorpreso né fatto perdere qualche
battito cardiaco. Semplicemente, è successo l’inevitabile, quello che mi
aspettavo da metà libro..
Sì, sono una brutta
persona, cinica e senza cuore. Lo ammetto!!
Il titolo si riferisce ad
Algernon, topolino a cui per primo viene fatta l’operazione.. Non dico nulla
per non fare spoiler spaventosi.. Solo che il titolo a me ha messo un po’ la pulce nell’orecchio circa l’esito
del romanzo! Un po’ mi ha fatto tenerezza, ma è talmente poco presente
che non mi ha lasciato molto :/
Per essere un romanzo di
uasi 50 anni fa è davvero notevole.. Anche perché pur presentandosi come
romanzo in realtà è uno sci-fi un po’ sui generis..!
Anche se non sembra, io
lo consiglio! Non mi ha colpito al cento per cento, è vero.. Ma mi ha dato
tanto, mi ha fatto riflettere e spesso mi ha intenerito.. Per di più l’idea è
davvero fenomenale!